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(Castaldi)

Il seguente articolo: "Donne di razza" di Luca Castaldini, è stato pubblicato su SportWeek, La Gazzetta dello Sport, RCS Quotidiani S.p.A. - Anno 3 - N. 141/142 - 21 dicembre 2002.

Se l’apartheid ha bloccato per anni la palla ovale degli uomini, è stato soprattutto il maschilismo a impedire pure alle ragazze di cimentarsi tra mischie e mete. Ma oggi, pur mancando ancora una Nazionale, il movimento femminile è diventato una realtà anche nella patria degli Springboks. Come documentano le immagini della prima squadra di sole atlete di colore e il racconto di chi ha superato ostilità e pregiudizi   Nato il 9 agosto. No, non è il remake di un vecchio film, ma un simile titolo calzerebbe a pennello alla storia del rugby femminile sudafricano. Questa scadenza estiva è diventata da due anni il Women’s Day, il giorno della festa per le pioniere della palla ovale, per quelle ormai 2000 tesserate emule di Naas Botha, Joost van der Westhuizen e Francois Pienaar che stanno tentando di portare il Paese delle undici lingue al vertice anche nel rugby femminile. Se il tumore dell’apartheid fu la causa della castrazione rugbista degli Springboks (la Nazionale maschile), il maschilismo strisciante dei signori sudafricani ha, infatti, impedito che, anche in questa terra ad altissima densità ovale, le donne potessero affermarsi così come succede nelle altre patrie della disciplina, Inghilterra e Nuova Zelanda (campione del mondo in carica) su tutte. «Da noi, non piace l’immagine della donna che gioca a rugby», dice Sean Huygen, 30 anni, nativo di Potchefstroom, Western Transvaal, da tre anni a Parma, dove allena l’Unger 19 dell’Overmach. In effetti, il viaggio a ritroso nella storia della palla ovale sudafricana in … rosa è breve e antipatico.

Inizia nel ’94, quando vengono fondati i primi due club, le Gazzelle e le Wanderers, queste ultime costrette a sciogliersi quando, dopo solo tre anni, vengono “sedotte e abbandonate” dai maschietti, che decidono di non aiutarle più, privandole del necessario sostegno tecnico e organizzativo. Il primo rugby giocato dalle signore ovali è più soft, senza spinta in mischia e con contatti limitati, due regole sparite nel corso degli anni, fino a far diventare oggi anche in Sud Africa questa versione della disciplina esattamente uguale a quella maschile. Tre anni dopo le prime nate, ecco, nel ’97, l’arrivo delle Falconettes, la dolce metà dei Falcons di Brakpan.

In foto: 10 € 200 ans du Rugby 2023

Specifiche

Nazionalità: Francia
Anno di emissione: 2023
Valore nominale: 10 €
Metallo: Argento 999%
Peso in grammi: 14.7
Diametro in mm: 38 * 24
Finitura: Fondo specchio
Tiratura: 5.000 confezioni

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