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"I sentimenti – di dolore, di piacere o di qualità intermedia fra questi estremi – sono il fondamento della nostra mente."

In queste parole, che sono state scritte da uno dei più importanti neuroscienziati contemporanei (Antonio Damasio, Alla ricerca di Spinoza. Emozioni, sentimenti e cervello, Adelphi, 2003, p. 13), è contenuta una vera e propria rivoluzione copernicana. 
Negli ultimi anni, soprattutto dopo le pubblicazioni Daniel Goleman (Intelligenza emotiva, Rizzoli, 1996; Lavorare con intelligenza emotiva, Rizzoli, 1998; Essere leader, Rizzoli, 2002), l'intelligenza emotiva, intesa come la capacità di riconoscere e di gestire le emozioni, è diventata oggetto di crescente attenzione. 
Conseguentemente la competenza emotiva viene ormai considerata dai più aggiornati studi di management come una delle competenze indispensabili che il personale aziendale deve possedere, ai diversi livelli di responsabilità, per assicurare successo ai processi di creazione di valore e di miglioramento della qualità di qualsiasi organizzazione, pubblica o privata, che produca beni o servizi (si veda, ad esempio, Franco D'Egidio, Il bilancio dell'intangibile. Per determinare il valore futuro dell'impresa, Franco Angeli, 2001, p. 51).
È evidente quanto l'apprendimento della competenza emotiva, volta a generare trasversalmente sensazioni e sentimenti positivi nelle persone, possa contribuire, oltre che al miglioramento della loro salute e del loro benessere, alla produzione di benessere e di eccellenza nelle organizzazioni pubbliche e private.

L'abstract integrale (estratto dal Piano di Formazione Aziendale: Lavorare in...forma...l...mente, Dipartimento di Prevenzione - ASL Pescara, aprile/maggio 2007) è scaricabile gratuitamente cliccando qui.

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