Dalla presentazione di un veicolo a quattro ruote (Giovanni Fontana, 1420) alla fatidica formulazione del vocabolo bicicletta (William Hume, 1888), sono intercorsi cinque lunghi secoli di trasformazioni, durante i quali una molteplicità di personaggi ha contribuito tenacemente alla riuscita del velocipede
(Leonardo Da Vinci e Cristoforo Colombo sono alcuni esempi). Ad oggi, se assumiamo le possibilità che offre la bicicletta e le prime sensazioni di libertà e di indipendenza che può garantire a chiunque, è assolutamente lecito gloriarci dell’esito fruttuoso che hanno avuto le incalcolabili modifiche trascorse.
Sulla base di questa breve digressione sul passato, dovremmo, a questo punto, essere maggiormente predisposti per condividere le seguenti considerazioni, di carattere generale, su di un mezzo di locomozione tanto vecchio quanto sofferto.
Proviamo, per un attimo, a chiudere gli occhi e ad immaginare la prima pedalata di un bambino sulla sua bicicletta con le rotelline ... . Bene, adesso, facciamo lo sforzo di andare oltre quello che vediamo ad occhi chiusi, e sentiamo il coraggio di quel bambino, così meravigliato della sua stessa capacità di fare tutto da solo (sorpresa che sopraggiunge solitamente con la rapidità di una saetta).
Purtroppo, la memoria preclude, a ciascuno di noi, la possibilità di ripescare così lontano nel passato, ma, senza ombra di dubbio, le emozioni legate alla suddetta esperienza sono state eccezionali per chiunque le abbia provate. Per qualcuno potranno anche essere state spiacevoli (qualcuno infatti avrà imparato sbucciandosi troppe volte gomiti o ginocchia), ma le emozioni proprie di un gesto motorio così importante, assumono un valore enorme durante la crescita di un bambino.
L'articolo integrale (pubblicato su Passione Ciclismo - Novembre 2007) è scaricabile gratuitamente cliccando qui.