In alcuni casi, le scoperte arrivano leggendo lunghi articoli o interi libri, in altri basta un contatto diretto con la realtà e, osservando piccoli e grandi particolari, si aprono nuovi mondi.
Chi ha passeggiato per le strade pescaresi comprese tra P.zza Salotto e lo Stadio del Mare, nei cinque giorni intercorsi tra il 12 e il 18 luglio, può già intuire di cosa stiamo per trattare. Il fascino inequivocabile di “Sport in piazza”, la manifestazione che il CP CONI Pescara ha organizzato per garantire ai cittadini una parentesi di vero sport, risiede anche qui: nella possibilità che è stata data a tutti, anche solo per una sera, di sentire l’ansia, l’entusiasmo e il gusto della sfida naturalmente connessi alla pratica sportiva.
In occasioni come questa, la priorità andrebbe concessa allo spettacolo a cui si assiste sia dentro che fuori gli spazi adibiti alle esibizioni, situazioni in cui l’immagine dei bambini, già capaci di attivare semplici rituali per fronteggiare le ansie dettate da una platea composta, ma esigente, può diventare fonte di preziosi insegnamenti ed infinita ammirazione.
A volte, si abbinano determinati meccanismi mentali solo ai grandi campioni e, quindi, agli atleti evoluti, ma guardando i più giovani o anche coloro che, comunemente, sono abituati a individuare delle forme di controllo quando fronteggiano situazioni incerte, si può allo stesso modo desumere facilmente il senso del rituale. La preparazione di un momento cruciale, come può essere una partita da giocare o un’esibizione da eseguire, si compone di una miriade di emozioni ad intensità variabile, e spesso a prevalere è l’ansia di fare del proprio meglio, un po’ per sentirsi appagati e un po’ per trasmettere soddisfazione agli spettatori.
L'articolo integrale (pubblicato su AbsoluteSport Magazine, edito da Nautilus, Anno 2 - Numero 4 - Agosto 2010) è scaricabile gratuitamente cliccando qui.
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