In mattinata, nel rispondere a un invito ho salutato con la classica frase che si usa di questi tempi: “l’occasione è gradita per augurare buon anno”. E prima di inviarla mi sono chiesta se fosse davvero il caso di aggiungerla. Sono stati dodici mesi difficili, come lo è stabilire dove si può arrivare con la forma là dove è venuta meno la sostanza. Comunque alla fine l’ho lasciata, voleva essere di buon auspicio e alla vigilia di un passaggio che potrebbe sintonizzarci tutti nell'affinare la cultura del nostro Paese, era forse la cosa più azzeccata potessi scrivere.
Precisamente un anno fa sostenevo che avrei lavorato a fondo con i miei colleghi immaginando una Legge che integrasse Medicina e Psicologia dello Sport. In realtà è un traguardo che viene da lontano, dall’idea che la mia professione debba adoperarsi al servizio degli sportivi, dall’umiltà di capire che le nuove evidenze scientifiche e i nuovi bisogni sociali debbano avvalersi di una perseveranza e di una qualità di pensiero che respingano i palliativi e la noncuranza.
Stando all’indice di sportività elaborato da PtsClas per il Sole 24 Ore, l’Abruzzo con qualche differenza tra provincie è abbondantemente oltre metà classifica e negli ultimi mesi ha risentito non poco dell’impatto del Covid. Sappiamo che la salute dello sport passa attraverso gli individui e le organizzazioni e i fattori che accomunano l’intero sistema sono traducibili in dati oggettivi la cui conoscenza permette di compiere azioni efficaci e di ridimensionare il dispendio di energie. Ora, ferma restando quest'ultima intenzione, credo che in Abruzzo sia evidente la volontà di valorizzare la Medicina dello Sport e la tutela sanitaria delle attività sportive e motorie, considerato anche lo sforzo recente di annettere una nuova disciplina psicologica in favore della qualità e del benessere dell'intero settore.
La Legge Regionale n. 15 con l'approvazione delle successive modifiche consente, infatti, un cambiamento fondamentale, considerando il ruolo della Psicologia dello Sport e offrendo così all’Abruzzo l’opportunità di guardare oltre le classifiche e puntare a un'eccellenza mai sperimentata nel nostro Paese.
Credo si stia aprendo una prospettiva nuova per la Psicologia dello Sport, come scienza e come professione. Siamo di fronte a una sfida da giocare sul campo, in cui si potranno creare equilibri ancora tutti da costruire, e che mi auguro richiamino l’interesse della comunità professionale, il cui coinvolgimento sarà la forza con cui avviare una presenza pubblica più strutturata della nostra figura.
Il mio ringraziamento va a chi ha creduto nell'integrazione e nel progresso. Come professionista sanitario non posso che sentirmi parte della squadra allargata della regione Abruzzo, condividendo appieno la visione con cui rinnovare la Medicina dello Sport e avanzare così nel panorama sportivo sanitario.
Era un traguardo che aspettavo da vent’anni ed è arrivato in questo mese di dicembre. Mi piace credere sia di buon auspicio, lo era la frase che ho scritto questa mattina nella mail, lo è l’augurio che faccio a quanti condividono questa vicenda dallo scorso giugno. E perché no, anche agli altri.