teoria e attività n. 1 - 2023

👉 Le funzioni esecutive: definizione e valutazione

La definizione delle funzioni esecutive può essere rintracciata tra le diverse ipotesi presenti in letteratura. Per alcuni autori sarebbero la base delle risposte flessibili finalizzate al raggiungimento di uno scopo in situazioni nuove e difficili (Shallice e Burgess, 1991), per altri l’insieme dei processi coinvolti nel controllo volontario di pensieri e azioni.
 
Stando al nuovo panorama della paleoneurologia (la scienza che studia le impronte endocraniche di ominini estinti), uno dei dati recenti più interessanti riguarda il lobo frontale, che sarebbe “ciò che ci rende umani”. O almeno, questo è quello che riportano i manuali in circolazione. Di sicuro, molte delle funzioni del lobo frontale implicano livelli elevati di complessità cognitiva, e quelle esecutive ne sono un esempio caratteristico, funzioni di controllo del comportamento, selezione delle risposte, presa di decisioni, inibizione, correzione degli errori, flessibilità, concentrazione sul compito e così via.

Inserire le funzioni esecutive tra le abilità dell’atleta da esercitare consente di diversificare il livello di competenza sul quale lavorare, e favorisce la presa di consapevolezza della persona riguardo quella che comunemente viene definita “intelligenza di gioco”. Il playmaker capace di prendere decisioni nel minor tempo possibile, di tenere sott’occhio la situazione in campo paragonandola a schemi di gioco alternativi, e di modulare l’intensità delle emozioni per preservare la prestazione in corso, è un prototipo di come le funzioni esecutive entrino in ballo in ambito sportivo. Dopotutto, l’ottimizzazione dei processi mentali che guidano l’azione rappresenta il fulcro della strategia volta all’eccellenza.

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